AVVERTENZE PER GENI

RIVISTA DI CONSIDERAZIONI CULTURALI DIRETTE A PERSONE IN GRADO DI LEGGERLE

LE FIABE FLOREALI DELLA ALCOTT

Nelle “Fiabe floreali” della Alcott, pubblicate da elliot a dicembre 2016, troviamo una Alcott più giovane, che somiglia assai poco a quella più famosa di “Piccole donne”, ma somiglia assai di più alla Alcott inserita nella sua particolare famiglia, in cui il padre era un filosofo trascendentalista, che frequentava Nathaniel Hawthorne e Henry David Thoreau, e gli ideali che venivano da lui ossequiati si opponevano al materialismo e al razionalismo. Il rapporto con la natura, percepita come animata  era al centro di queste riflessioni. Quindi un idealismo panteistico e romantico che trova nei curiosi personaggi delle “Fiabe floreali” il suo terreno più fertile. All’inizio vi è una cornice con la Regina delle Fate che decide che, per ingannare il tempo, ogni fata racconterà una ‘fiaba floreale’.

In una di queste,  “Corolla di Giglio e Lanugine di Cardo”, dove lei è una mite e operosa Fata, amata da fiori e insetti,  mentre lui è un Elfo vivace ed elegante che cova nella sua personalità aculei di crudeltà ed egoismo, si sviluppa una singolare dialettica tra i due personaggi. E allora uccelli senza nido e insetti affamati la cui vita viene  travolta da Lanugine di Cardo, trovavano nella pietosa Corolla di Giglio assistenza e benevolo rifugio. Ma la piccola fata è così affezionata allo sfrenato compagno che quando lui decide di lasciare il Paese delle Fate, lei lo segue perché teme le conseguenze dei suoi evidenti difetti. Si fermano dunque in un bel giardino e mentre la fata riposa, il burbero elfo comincia a seminare danni nel giardino. E soprattutto se la prende con un bocciolo di rosa rimproverandolo perché ci mette troppo tempo a sbocciare. Quando comincia a piovere e cerca riparo tra le foglie e le corolle, tutti lo mandano via. Ma la rosa che ha perso il suo bocciolo gli offre riparo, dandogli una bella lezione di gentilezza. I fiori spifferano a Corolla di Giglio quando si sveglia tutte le sue malignità, ma nel frattempo lui se ne è andato e nel suo percorso incontra le api, che tentano di renderlo operoso, ma non c’è verso: non solo si mette d’accordo con un gruppo di api malandrine ma riesce a danneggiare l’alveare. Dopo aver portato lo scompiglio anche dalle libellule, viene individuato dal Re dei folletti, a cui erano giunte notizie di tutte le sue bravate. I folletti per vendicarsi di lui lo fanno addormentare con un incantesimo. Corolla di Giglio che è andata a cercarlo  viene imprigionata e quindi l’Elfo è costretto a compiere un’impresa assai difficile per liberare la sua amica: dovrà trovare la temibile dimora degli Spiriti della Terra. Insomma l’Elfo prepotente dovrà darsi da fare per ottenere il perdono di tutti. Nel finale quindi dopo aver rimediato a tutti i guai provocati dalla sua arroganza, otterrà insieme a Corolla di Giglio la corona di Re degli Elfi…

L’ammirazione per l’armonia nella natura e la celebrazione del rispetto che le è dovuto sono al centro di queste ‘fiabe floreali’ e considerato che vi è una dedica all’amica Ellen Emerson con una citazione naturalistica proprio di Emerson padre, è molto chiara l’origine filosofica di queste fiabe ‘educative’, che ancora adesso hanno molto da raccomandare anche ai ragazzi di oggi, che spesso si comportano nei parchi pubblici come degli elfi maleducati.

Stefania Fabri ©

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Sono una piccola galleria d'arte, situata nella splendida piazza della Collegiata di Bracciano, un paese che si affaccia sull'omonimo lago. Ho tante cartoline disegnate e dipinte da artisti.

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